giovedì 14 febbraio 2013

I NUMERI DEL CARNEVALE 2013

57 I LITRI DI VINO BIANCO BEVUTI ALLA TANA DEL LUPO; 16 I LITRI DI VINO ROSSO; 3 I LITRI DI MISTRA' 1 LITRO DI GRAPPA; 1 LITRO DI RUM; 14 I LITRI DI BIRRA; 1 BOTTIGLIA DI FERNET; 1 BOTTIGLIA DI VODKA; 1 BOTTIGLIA DI DIGESTIVO; 0,5 LITRI DI LIMONCELLO; 6 I V'LURD PORTATI DAI CONGREGANTI; 1 COME PRIMO GIRO DELLA GUAZZA AI V'LURD; 10 COME GLI ANNI DELLA P'TONA; 20 COME QUELLI DELLA GABBIA; 30 COME QUELLI DI TUTTE E DUE; 31 SMORFIA, CHIAVI ALLA GUAZZA; 3 LE PRESENZE DI SP'NELL ALL'EPOPEA MAXIMA; 5 LE SUE ASSENZE; 2005 COME L'ANNO DELLA FONDAZIONE; 2006 COME L'ANNO DEL PRIMO CARNEVALE; 4 COME LE BOTTIGLIE DI VINO CONSUMATE DAI TALEBANI; 7 COME QUELLE CONSUMATE DA FIA' FIA'; 5 COME QUELLE BEVUTE AL CAFFE' DEL CORSO; 6 COME QUELLE BEVUTE AL BAR AUREO; 6 COME QUELLE BEVUTE AL DOPOLAVORO; 3 COME QUELLE BEVUTE AL BAR EIFFEL; 97 I PAGANTI ALLA DOMENICA DEGLI AMICI; 65 GLI ANNI DEL CIORPENTO; 41 COME IL NUMERO DELLA MIA SCARPA BRUCIATA AI V'LURD; 4 COME LE LITIGATE CON LA MOGLIE; 6 COME LA SEI GIORNI DI FOLLIA; 5 E MEZZA COME L'ORA DI USCITA DAL VEGLIONE MARTEDì MATTINA; 5 COME I KG DI PORCHETTA DIVORATI MARTEDì GRASSO; 4 COME IL NUMERO DI CANZONI NEL MADLEY ROCK and ROLL; 7 COME LE GUAZZETTE A CENA LUNEDì SERA 8 COME LE EPOPEE DELLA GLORIOSA CONGREGA DELLA GUAZZA

mercoledì 13 febbraio 2013

AMEN

Mentre stordito ed affaticato percorro la strada verso casa attraverso viale IV novembre, tra oscure figure barcollanti ebbre dall'ultima giornata di Carnevale, l'autoradio tramette la bellissma "sound of silence" e le lacrime scendono spontanee, automatiche riempiendomi gli occhi e straripando sulle guance. Si è conclusa finalmente ma troppo rapidamente l'ennesima epopea carnascialesca, l'ottava, per la Guazza, la più meravigliosa ed entusiasmante dalla sua fondazione. E, nonostante la stanchezza, nonostante la fatica e l'impellente necessità di ficcarsi a casa sotto le coperte, come ipnotizzati non si riesce a togliere gli occhi dalla Piazza, dove gli ultimi variopinti carnevalieri ubriachi, danzano sulle note della Paloma, per l'ultima volta intorno a quello che oramai è solo un mucchio di carboni e cenere fumanti. Ceneri a ricordarci oggi l'inizio di Quaresima, la caducità della vita terrena, la rotatività dei cicli biologici. Ed esaltanti per noi Guazzanti sono state le ultime ore della massima epopea, con emozioni forti, grande amicizia, parche abbuffate, toppe terribilis. A partire da Lunedì sera dove, caso strano, da Ustì erano presenti per la cena prima dell'entrata all'ultimo veglione del Teatro, oltre la Guazza, anche la P'tona e i Tirolesi. Grandi sbicchierate, e brindisi, anche alle percussioni finalmente affrancate ad una dignitosa presentabilità. Brindisi alle Guazzette, entusiaste fiancheggiatrici del nostro sodalizio, splendidamente coreografiche con i pon-pon verdi. Un brindisi alle trombe, a Simone Oddi, che lascia la Congrega sempre in ansia fino all'ultimo secondo dell'ultimo momento fatidico prima di una importante performance, ma alla fine sempre presente e determinato. Un brindisi a tutti, alla parrucca rossiccia con cappello scozzese abbinato e perfettamente in tinta con la barba posticcia di un gonfissimo Erasmo. Un brindisi a Zipi, e al suo funambolico bombardino, sempre a caccia durante la giornata di Carnevale di flash fotografici, telecamare di emittenti locali, fotoreporter documentaristici, ad esaltare il suo compiaciuto ego, smisurato come quello del Capitano (un brindisi pure a lui) rapidamente invecchiato e molto stanco nell'ultima settimana, i suoi capelli incanutiti simboleggiano in realtà la totale assenza di maturità nella Congrega. Un brindisi a Giammy, che in silenzio e con umiltà si è ritagliato un suo ruolo da comprimario nella Guazza. Una bevuta è stata dedicata percussioni, ma perché non nominarle!? personalmente?! a Simone, che ha capito finalmente che un po' di impegno e concentrazione lo unisce agli altri e lo fa essere importante per la Congrega. Ad Andrea, che nonostante la distanza siderale da Offida, gli impegni il lavoro, è quello che con il rullante ha fatto i maggiori progressi, Rock and Roll si esalta ed è piaciuta grazie al suo rullante. Un prosit va anche a Rambo Ciotti, presentatosi alla Tana del Lupo, nel pomeriggio di Martedì Grasso, vestito da marines, in mimetica, fucile ed occhiali da sole, folle! Alziamo poi il bicchiere all'orgoglioso e fiero Gonfaloniere, colui che, in qualsiasi condizione e per ore ed ore, tiene sempre in alto lo stendardo della nostra Congrega. Ad Andrea, Odd, un brindisi per la feroce performace di Domenica in mezzo di Piazza, che ha dimostrato a suo modo l'attaccamento al nostro sodalizio ed il suo personale amore verso il Carnevale Offidano. Un alzate i calici a Melly, ai suoi singhiozzi e alle sue lacrime, invitandolo la prossima volta a bere di meno. A Lorenzo, alla sua ospitalità, ai suoi piatti nuovi, ma già tutti ammaccati va il penultimo esaltante brindisi. L'ultimo lo voglio dedicare al Maestro, a Sergio de Cuccagna che pazientemente ha guidato in questi anni, un'accozzaglia informe di improvvisati musicisti, che sono riusciti piano piano a ritagliarsi un posto nella storia del nostro esaltante Carnevale. Ci voleva quindi, all'entrata a Teatro, un sonetto autocelebrativo, un sonetto per l'OCTAVA EPOPEA MAXIMA, e mi è toccato avere l'onore di salire sul Palco, sollevato dalla platea dai miei compagni, come un sacco di grano, appesantito come sono da una settimana di bagordi e festeggiamenti feroci, ovviamente non riesco ad emulare il guizzo atletico di Paraciell, che poco prima, smilzo ed atletico evava presentato i suoi ladrones. Ma eccolo il sonetto rimbombare in teatro ed ecco la Guazza augurare a tutta la Città un Grandioso Carnevale Duemilatredici, eccola esaltare i presenti con il tormentone rock blues, ed ecco venire gli scagnozzi della proloco a prenderci sottobraccio mentre ancora dovevamo finire la nostra perfomarce, loro preoccupati dal nostro eccessivo dilungamento, noi fottutamente tignosi a finire il nostro pezzo. Perché per una volta ed una sola, il tempo ce lo siamo presi, ed era giusto così. Entrare il giorno di Martedì Grasso in piazza, mentre l'alto parlante annuncia la Guazza, portatrice delle Chiavi delle Città, non ha prezzo è un emozione forte, e mentre una moltitudine di maschere ci fa largo risuona nel cielo l'inno della nostra congrega, tra applausi e flash abbaglianti. Si va da Serrault, dove un molesto e "mizz" Franco de Pacenò, vestito da cane arrapato, scodinzola e fa le feste per le Chiavi conquistate, viene coinvolto con il fattore Marchei in una danza sfrenata. Si riparte subito pero' si va davanti alla Cecculona, da Fia Fia, eppoi dai Talebani, dove a porte chiuse e con l'ennesimo brindisi viene intonato il coro d'amore alla Guazza. Si ritorna alla Tana del Lupo attraversando la Piazza oramai straripante di gente, travolta dall'euforia dell'alcool e della musica seguendo lo stendardo a trenino sulle note di Brazil si arriva all'Addolorata, poi verso Piazza Valorani fino all'imbocco di Via del Merletto, ancora la nuova hit, in cerchio, per l'ultima volta, sotto gli occhi divertiti dle Maestro Ciro Ciabattoni, che "de core" gi regala un ultimo applauso. Poi un'ultima suonata alla graziosa bimba a cui Simone ha prestato il "batacchio" della grancassa e via alla Tana del Lupo a rifocillarci con porchetta e vino, prima di aspettare l'accensione dei V'lurd. Arriva Simone Oddi, in alta uniforme, comunque una sicurezza, un giro veloce in Piazza poi a prendere i V'lurd. Si sentono da lontano le note di Addio Ninetta Addio è partito il Ciorpento, di corsa verso la piazzetta dei Leoni, alziamo i totem di canne e paglia al cielo, subitamente prendono fuoco e scoppiettano, siamo tutti, tutti pronti per il giro, prima di farne un secondo grandioso con il Gonfalone della Congrega. Ecco, che si arriva in piazza e con furore si gettano i V'lurd nel falò che già alto e violento si infiamma al centro della Piazza. Gli altri della Congrega ci passano gli strumenti davanti alla chiesa della Morte, passiamo velocemente sotto la Colleggiata, torniamo all'inizio del corteo dei V'lurd. Il Dottore, con lo stendardo davanti a tutti, noi in fila, scomposti, ma in fila dietro, lo sguardo del Capitano per vedere se tutto è a posto e se manca qualcuno, è ora, si parte. Addio Ninetta Addio in RE-SI, una roba da duri, che ti spacca farla per tutto il giro del Paese, ma così deve essere in continuo, senza sosta, tra fiamme, cenere, fumo che ti entra negli occhi, nel naso e nei polmoni. Grandiosa la sfilata dei V’lurd, prima della Guazza ad accompagnare la sua amatissima Lumachina orgogliosa ed affatto intimorita. Le percussioni a dare il ritmo feroce ed ossessivo, i bombardini ed il trombone a tenere in continuazione la melodia, le tre trombe in un’alternanza serrata. La paura di non farcela davanti alla Vinea, la fatica degli ultimi giorni che ti taglia il fiato, le labbra che non rispondo più agli ordini, ed ecco inaspettato un altro miracolo, proprio poco più giu’ dell’enoteca regionale tre angeli custodi, baldi ragazzotti, a noi sconosciuti, in borghese. Due trombe un trombone, si affiancano alla Congrega, ne sono le ali. Io incrocio lo sguardo con Sergio che alleggeritosi del peso degli ultimi trecento metri se la ride, pensando all’assurdità della situazione. A paccà lungo via del Merletto, a sfiatà davanti la Tana del Lupo; in mezzo ai V’lurd Gonfalone entra per l’ultima volta in Piazza, gli angeli custodi non ci sono più scomparsi come erano apparsi poco prima, nel nulla. Mi abbandona alla fine una scarpa, la suola con il calore si è scollata dalla tomaia, come un fachiro, sui carboni ardenti faccio con la mia gloriosa Congrega, il giro del Falò, strimpelliamo le ultime note di Addio Ninetta Addio, poi via, verso la Tana del Lupo. E’ conclusa l’epopea 2013, l’Ottava dalla Fondazione, la più bella, la più grandiosa, quella “maxima”, quella delle Chiavi. Nel nostro caso non potremmo nemmeno dire che la Congrega le Chiavi le riprenderà ad ogni morte di Papa, visto che Benedetto XVI si è dimesso evento rarissimo nella millenaria storia della chiesa, ma se occorrerà aspetteremo, per rivivere questo momenti, con pazienza flemmatica i prossimi 597 anni. AMEN.

lunedì 11 febbraio 2013

LA CONSACRAZIONE TRA GIOIA E DISPERAZIONE

Difficile riordinare le idee, dare una senquenza logica agli avvenimenti delle ultime 48 /72 ore; un interminabile turbinio di immagini, emozioni, sentimenti, situazioni, difficili da capire, da controllare, da veicolare. L'esplosione per una gioia inattesa, rimbombante ed eccheggiata, ripetutamente, in modo martellente sui TG regionali, a consacrare il Carnevale e, casualmente in mezzo, la nostra Congrega a simboleggiare per sei giorni il Carnevale Offidano. La "moviola" della consegna delle Chiavi, ci consegna uno Stefano Paraciell, da diverse angolazioni, lanciare con stizza il sombrero per aria, a voler rabbiosamnente comprimere una delusione improvvisamente esplosa per l'ingiustizia, a suo avviso, e sia inteso solo a suo avviso, subita. Un gesto impagabile, a dimostrare effettivamente quanto quella chiave simbolica possa effettivamente significare. Dal tardo pomeriggio di Giovedì Grasso, appuntamneto da Lorenzo, nel suo seminterrato, ben attrezzato ed ordinato, primo Tempio della Congrega nel capoluogo, a celebrare tra canti, urla, suonate euforiche l'"OCTAVA EPOPEA MAXIMA" della Guazza, piccola, agreste, umile congrega periferica che con vergogna, lentamente come una lumaca, negli ultimi otto anni ha conquistato un piccolo posto nella teatrilità carnascialesca aufidica. Un uscita in "pompa magna" quella di Giovedì Grasso, al gran completo, quattro trombe, due tromboni, due bombardini, un sassonfono e le percussioni, ancora troppo poco per la gloria della Congrega, ma efficace, diretta, sicura l'uscita, galvanizzata delle Chiavi della Città legate al Gonfalone, a dimostrare così la Guazza, la sua stretta appartenenza agli eventi grandiosi della nostra città in periodo carnevalesco. Una nottata particolare, che ha visto rientrare il Gonfalone alla Tana del Lupo solo alle due e mezza, dopo che l'uscità era avvenuta verso le undici di sera. C'è stata la consuenta "Ricciolina" con gli Orsi, primi amici della Guazza, davanti ai Talebani, che con la festa danznte del Talebangrass celebravano la lunga nottata del Giovedì Grasso, e poi la sconosciuta Aviron "Maionase" a celbrare l'ottavo glorioso della Guazza, con le Guazzette strette in posa al Gonfalone ad immortalarsi con le chiavi della città, tutto molto bello, un sogno, dalla durata però breve ed effimera. E non manca l'ironia dei compaesani, che per compatimento, superficialità, scherzosa simpatia, o meglio dire invidia, lanciano anatemi e maledizioni auspicando il rientro delle Chiavi della Città in Comune prima che, la Guazza, umida e fredda le ossidi, "arruginendole" irrimediabilmente. E chi di musica ne capisce, o crede di capirne, tra un raviolo e l'altro commenta criticando la scelta del primo cittadino dicendo, non senza tutti i torti che una congrega, prima di meritarsi le chiavi, dovrebbe mettersi d'accordo sulla canzone da suonare, o meglio tutti i suoi componenti dovrebbero almeno suonare la stessa canzone. Ma regole non ce ne sono a Carnevale, e può accadere anche che,la piccola e perculata Guazza possa ricevere le Chiavi della Città. Venerdì, quello Grasso, la Congrega come da Statuto è sciolta, ma è stato per tutti noi in ogni caso un Bov Fint esaltamente, partecipato, fino alle fine, fino alla rituale mattanza alla colonna del Comune che, mi pare, ogni anno che passa, se storce sempre più- Puo' accadere pure che, dopo tre zeroventi di mistrà, drammaticamente mandati giù tra sensazioni di nausea e lacrime agli occhi, con le vie respiratorie violentemente occluse, mi sia preso per la prima volta in trentasette anni, la briga di prendermelo il Bove Finto, di afferrarlo in piazza per pochissi minuti, ed averlo lanciato con rabbiose cariche ai margini della Piazza del Popolo. La processione, dopo la mattanza, è stat lenta, faticosa; Iginio sembrava, come ogni anno un moderno Ercole, alle prese con le sette fatiche, grondande di sudore, poveraccio già dalla parrucchieria de Sarac, diventato cianotico davanti all'Ospedale, e quella maledettissima corda sembrava essere legata ad un tir, che poi diventa un treno alle Case Vass, un palazzo a dieci piani in piazzetta Valorani, quando entra in Piazza dalla chiesa dell'Addolorata, Iginio tirava la Luna con la corda, ma il supplizio quasi finisce, e con un applauso, lu Bov, quest'anno per la prima volta è stato rimesso dai Talebani. Sabato di riflessione e tranquillità, mentre ieri uscita ufficiale, in "pompa magna" a celbrare la Domenica di Carnevale, quest'anno ancora più sentita dall'onore concessoci dal Sindaco, l'onore delle chiavi. E' così, dopo una frugale (nel vero senso della parola) merenda all'Osteria Ophys, ecco la Congrega entrare con Red River Valley in Piazza del Popolo, dove ad attenderla c'erano le altre Sorelle, la P'tona, gli Orsi, Mescal, l'Allegra Nobiltà, gli Aquilotti, lu Pà che l'Oj, i Tirolesi e tutte le altre. Irruento il blitz della Gabbia a punzecchiare il Ciorpento nel giorno della sua consacrazione. Ed ecco da dietro Palazzo Mercolini, partire la prima scia luminosa che, con un fragoroso botto, annuncia l'inizio dei fuochi artificiali. Stringendo i Gonfaloni dietro la turgida "cervice" del Ciorpento, inizia, al suono di "Addio Ninetta Addio" uno spettacolo pirotecnico multicolore che risplende e si amplifica negli ottoni di entusiasti Congreganti che a pieni polmoni spingono e fanno vibrare potentemente nell'aria fredda della sera le loro note. Inizia una danza sfrenata di gonfaloni, una danza multicolore, mentre musica e fuochi continuano ad impazzare nella Piazza, nell'esaltazione del momento gli ondeggiano, si alzano e si abbassano, seguendosi sinuosamente l'un l'altro, sembrano le spire, ed è vero, dell'Aureo Serpente, arcana divinità che splendidamente fa sprofondare nel mito la nostra civitas. Eppoi, quando tutto finisce, ed il Ciorpento rientra compattemente a Palazzo, la Guazza è pronta per lanciare la sua Hit- parede, quando ecco avvicinarsi, sveltamente verso di noi Leonida, grande e vetusto Carnevaliere del Ciropento, che invita la Congrega a palazzo. Un momento di grande gioia, orgoglio ed estasi, per la prima volta dalla fondazione la Guazza, con il suo gonfalone, entra a Palazzo Mercolini, tempio massimo della ritualità carnascialesca offidana. E via sbicchierate, sonetti del Serenissimo, sapientemente recitati da Giancarlo Premici, ecco anche uno strascicato, sconclusionato ed emotivo intervento di Erasmo, battezzato per l'occasione con l'appellativo di "Rotterdam" da Rufus. Ed ancora giù sbicchierate, con gli Orsi, vecchi amici e sostenitori della Guazza, e sbicchierate ancora con l'arcirivale, la P'tona, prima congrega di contrada del Carnevale Offidano. Ma tra tante emozioni, discorsi, aneddotti, tra tanti bicchieri bevuti, ecco appunto serpeggiare la tragedia imminente, che si palesa nell'apparentemente scherzoso coro canzonatorio ideato dai Guazzanti, a danno della P'tona. Ed invece di uscire trionfalmente da Palazzo Mercolini, la Congrega si disperde in Piazza, abbandonata da Erasmo e da me, che incazzati corriamo verso la Tana del Lupo, tra urla selvagge e forti discussioni che eccheggiano, fortunatamente in una piazza quasi deserta, sotto gli occhi di pochi esterefatti spettatori. Lunghe discussioni alla Tana del Lupo, sfoghi personali ed urla disumane, zuffe e poi abbracci e pianti dirotti. Non c'è pace in questo Carnevale 2013 per la Guazza. Un vortice troppo forte di emozioni, esasperato dal vino, consacra comunque la Guazza che celebra gli ultimi giorni della sua "Octava Epopea Maxima".

venerdì 8 febbraio 2013

GUAZZA, GUAZZA, GUAZZA! ALL'OTTAVO DELLA FONDAZIONE "EPOPEA MAXIMA"

Non so se avete mai visto la riconoscenza canina, il cane quando dopo un po di tempo rivede il padrone, fa le feste, scondinzola, guaisce, piange di gioia. Il rapporto simbiotico tra cane e padrone è un rapporto unico intimo, di profonda intesa, possono passare giorni, mesi, anni, ma il cane, disperso o abbandonato, se potrà, tornerà sempre al padrone e lo riconoscerà sempre, e sarà a lui legato e fedele in maniera esponenziale, tanto quanto durerà il suo allontamento a quello che considera il suo capobranco. Alle bestie, è proprio il caso di dirlo, manca la parola.
Ma veniamo a questa giornata di Carnevale, la prima della Sei Giorni, giornata cominciata prestissimo con la diretta televisiva su RAI TRE, ad un programma il cui nome è tutto un dire "Buongiorno Regione". Buongiorno che!? Alle 18.45 costringere i gloriosi Carnevalieri Aufidici ad una alzataccia terribile! E forse, come dice il vicesindaco, proprio il profondo amore per Carnevale, poteva convincere Congreghe e Gruppi Mascherati alla grande adunanza in piazza. Si solo Carnavale, grande orgoglio e gloria della nostra città poteva gettare giù dal letto vecchi, donne, bambini, rappresentanti istituzionali, pigri carnevalieri a rimettere la sveglia alla cinque e mezza del mattino. Sarà questo, miei cari amici, un post lunghissimo, come è giusto che sia, e vi prego abbiate pazienza. Quando Zipi (Fabio Pizi detto Mosch) martedì scorso ripetutamente cercava di contattarmi, inutilmente; io ero a scontare le mie "ore" di lavori socialmente utili all'ufficio servizi sociali del comune. Al mio ennesimo rifiuto della chiamata un sms di Fabio, conciso e sull'incazzato mi raggiunse : "Rispondi Cazzo! é un occasione importante per la Congrega"- Più tardi seppi da Erasmo che Luciano Casali tramite FB aveva contattato lo Zipi, dicendogli che, giovedì mattina (saress ieri) alle sei e quarantacinque del mattino (giovedì grasso) la Congrega, insieme alle altre, si doveva trovare in Piazza del Popolo perché c'era la RAI, in diretta..... Pensando ovviamente alla burla, alla perculata Carnascialesca, scrissi un sms laconico proprio al Casali, il cui testo recitava più o meno così "har, har, har, (risata), bella la burla che hai mandato a Fabio de Moshe", e Casali per tutta risposta mi confermava invece la diretta TV, con mia grande preoccupazione e, ovviamente, apprensione. Occorreva, a quel punto, incentivare l'entusiasmo di Fabio Pizi, una volta rassicurato che occarreva far solo presenza, ed ecco che lusingato, lo Zipi ed il suo funambolico Bombardino mi ha e ci ha tolto il pericolo di una levataccia!!! All'appuntamento con la televisione in realtà, con grande senso di responsabilità, si sono presentanti oltre allo Zipi: il Capitano della Congrega, Il Gonfaloniere e lo Chef, in pompa magna sorridenti, nonostane il freddo e il tempo di merda a spiegare del perché della Guazza. E' stata una carrellata velocissima sulle dodici sorelle (Congreghe) senza però, a mio avviso, che i telespettatori potessero intendere e capire di che cosa si trattasse- Impossibie in ogni caso spiegare in pochi secondi, quello che noi non riusciamo a spiegare in ore di logorroiche illustrazioni allo sventurato "forastiero" di turno. Da dire però che lo strumento, ovvero la televisione, è comunque utile ed incisivo per promuovere un'eccellenza, Il Carnevale di Offida. Io che mi son goduto da casa lo spettocolo, sotto la termocoperta, cullato dal piumone, mentre fuori a pochi gradi sopra lo zero, la pioggia picchiettava sui coppi, mi sono assai divertito e posso dire che il viso rubicondo e sorridente di Zipi, come quello degli altri Carnevalieri, quasi mi incitava ad alzarmi dal letto. Che energia questi Offidani!! Bravi Ragazzi!!! Poi verso le undici e quarantacinque, metto in moto la mia macchina e via, dalla Fideas verso il centro storico, alla consegna delle Chiavi, il rituale di Giovedì Grasso, l'immancabile cerimonia della consegna delle Chiavi, che entusiasma chi le riceve ma che, stranamente, lascia indifferenti (apparentemente) chi non è stato prescelto. Sia chiaro, Carnevale si fa, si vive, si uccide, a prescindere delle Chiavi, se non fosse così ogni anno lo farebbero solo otto dieci persone al massimo. Le chiavi non ti fanno vincere niente, non sei migliore o peggiore degli altri, non ci sono prerogative, vantaggi, posizioni di favore. Le Chiavi rappresentano solo un riconoscimento, è come dire, Offida è Carnevale, Carnevale sono gli Offidani, ergo la Chiavi.....voi siete Offida, per Sei Giorni. Vi pare poco?! Rappresentare la propria Città!? Essere consapevoli per Sei Giorni di esserne parte integrante, di vivere una fratellanza che va al di là dei quartieri, dei colori, delle simpatie o antipatie?! Mbè oggi abbiamo finito di essere "fintamente" indifferenti alle chiavi, e quando dopo un discorso che non finiva mai, il Signor Sindaco ha "mentovato" Guazza, si proprio Guazza, la vista si è annebbiata, le gambe tremavano, Erasmo la cui pressione è già alta, con voce rotta e commossa ha salutato gli astanti, con salivazione azzerata e mani sudate, rischiava l'infarto. Eppoi di chi sono queste Chiavi!? A chi le dobbiamo?! A tanti sicuramente, ma una scelta va fatta, si proprio così su due piedi, al Serenissimo, al Gran Tropeo, ripeto, moderno inventore del Carnevale Offidano. Dal Ciorpento e dalla Cievett nasce tutto....poi ovviamente la Mangusta, i Tirolesi, i veterani insomma e tutti gli altri, Gabbia per i venti, P'tona per i dieci e tutte le altre.
Siamo orgogliosi in questa giornata storica che segna per la Guazza all'Ottavo della Fondazione l' Epopea Maxima. Nella birra e nel vino, con amici inaspettati e carissimi rivali, sono cadute lacrime amare. Le Chiavi tanto desiderate ed agognate sono arrivate, desiderate non per noi sia inteso, che forse con finta indifferenza potevamo continuare ad aspettarle, ma sono arrivate per un amico, un fratello, che domani, a pranzo, salirà in piedi sulla sedia, vestito con mutandoni ed anfibi. E noi estasiati ai suoi piedi, fissandolo nei suoi occhi azzurri canteremo: "Lo vedi che c'è Marcello....."

martedì 5 febbraio 2013

IL TORMENTO E L’ESTASI: LA NOTTE PIU’ DIFFICILE DEL SINDACO LUCCIARINI, TRA ALLIBRATORI, PROFEZIE E PREMONIZIONI.

E’ arrivato giovedì scorso , esattamente con una settimana d’anticipo, l’invito personale dell’illustrissimo Signor Sindaco dell’amatissima città di Offida. La chiamata tanto attesa all’oramai rituale momento della consegna delle Chiavi della Città ad una delle Congreghe o Gruppi Mascherati storici che avverrà dopodomani il Giovedì Grasso presso la sala Consiliare del cinquecentesco palazzo Comunale. La scelta nella consegna delle chiavi è di esclusiva pertinenza del Sig. Sindaco, e tale decisione, come lui dice, è l’unica in cui può esercitare il libero arbitrio, prendendo secondo sua coscienza un indirizzo che scatenerà reazioni e sentimenti più disparati, certamente non visibili nella convivialità di una cerimonia tanto significativa e solenne, ma i cui strascichi si porteranno almeno fino al martedì successivo, nei bar, nelle cantine, nelle sedi delle Congreghe, dove alle entusiastiche sbicchierate di chi la chiave l’ha avuta, faranno da contraltare i malumori ed il livore di chi, ancora una volta, ha accarezzato il sogno della gloria, vedendolo sfumare all’ultimo momento. E pare anche che non servano minacce più o meno velate, suppliche o preghiere a convincere il Sindaco. Non sortiscono effetto ricatti, promesse, attentati sventati all’ultimo momento, intercessioni divine, la decisione è presa in piena autonomia, in un ritiro quasi monacale, dopo una notte, insonne, agitata, tormentata dagli incubi. Il Sindaco, in questa notte di dubbi ed indecisioni, ripercorre attentissimo ciò che è avvenuto durante le prime settimane di Carnevale, è stato attento alla musica, al livello delle “toppe”, alla presentabilità della Congreghe, al loro impegno. Credo che possa bastare un solo passo falso per compromettere la nomination di una congrega alle “Chiavi”. E non solo, è vero pure che sempre il Signor Sindaco, si avvale di una fitta rete di spie che lo tiene costantemente informato sull’attività delle Congreghe, una rete che può arrivare in ogni luogo e vedere qualsiasi cosa. Un servizio informativo composto da insospettabili concittadini, più invasivo della Stasi che negli anni settanta e ottanta costituiva il terrore nella ex DDR. Volendo comunque seguire una logica, nelle scelte effettuate dal Sindaco Lucciarini negli ultimi tre anni, prevale nettamente la traccia dell’anniversario, è successo nel 2010 al decennale degli Orsi, è successo nel 2011 con il quarantennale della Mangusta ed infine, nel 2012, a “lu pa ch l’Oj” per il loro ventennale. Quest’anno la situazione però si complica, perché il 2013 segna il decennale per la P’Tona ed il ventennale della Gabbia ed entrambe queste congreghe hanno già ricevuto le Chiavi. A meno che il Sig. Sindaco non voglia fare torto ad una delle due o non faccia il gesto folle di consegnare le chiavi ex equo (ne sarebbe capace), le chiavi dovrebbero andare ad una delle altre congreghe, vediamo a chi. Il popolo offidano e numerosi Carnevalieri danno in forte ascesa Mescal e i suoi Ladrones, saliti di numero con nuovi entrati, onnipresenti, musicalmente bravi ed originali, attirano le simpatie di molti, specie nei giovani che rivedono in loro, l’epopea degli spaghetti western e delle spassose risse di Bud Spencer e Terence Hill. Sono inossidabili e migliorano, a detta di molti, di anno in anno. Sarebbe l’estasi per loro ricevere le chiavi, l’ “Estasi dell’ Oro”, o meglio l’estasi “aurea” gloriosamente anticipata dal flicorno di Spartaco in queste giornate di Carnevale, con un esaltante omaggio musicale all’eterno Sergio Leone. I Mescal sono dati per vincenti anche dagli allibratori inglesi della William Hill, pagano per le Chiavi alla teppaglia messicana 1,10 Sterline contro una che se ne scommette. Le quotazioni della Gabbia o della P’tona sono rispettivamente pagate 4 contro 1 e 6 contro uno. Poco più alte sono le quotazioni delle Rondinelle pagate dalla irlandese Peddy Hower a 6,5, ma proprio un riconoscimento clamoroso a questo simpatico sodalizio tutto femminile potrebbe arrivare contro ogni aspettativa. Lasciando le indicazioni dei Bookmakers e seguendo la logica, non è escluso che il Sindaco voglia premiare il Ciorpento al 65esimo anno dalla fondazione dopo la scomparsa lo scorso anno del Serenissimo Gran Tropeo, indiscusso padre spirituale del Carnevale Storico Offidano, in considerazione anche del fatto che proprio il 2013, secondo calendario cinese sarà proprio l’anno del Serpente. Ma ci sarebbero anche i piccoli dell’Aquila, il sol dell’avvenire, che potrebbero meritare anche loro un giusto riconoscimento, visto quanto sono bravi, affiatati e disciplinati, nonostante la giovanissima età. Ma in questa confusione, nell’impossibilità oggettiva di fare un pronostico con assoluta certezza, dobbiamo seguire qualsiasi strada possa portarci a svelare l’arcano. E avendo persino consultato le centurie dell’astrologo Occitano, Micheal De Nostradame, meglio conosciuto ai più come Nostradamus, mi sono imbattuto in un’oscura quartina inserita nella prima centuria delle sue profezie, essa recita “Serpente trasmesso dentro la Gabbia di Ferro, dove fanciulli settani dal Re son presi…..” E’ evidente che l’astrologo francese in queste oscure parole possa riferirsi alla rivalità tra il Ciorpento e la Gabbia, quest’ ultima setta di fanciulli, e sono effettivamente giovani rispetto ai componenti del Ciorpento, sono presi dal Re, probabilmente il Sindaco. La profezia potrebbe in sostanza prevedere un nuovo e splendente ruolo della Gabbia nel futuro del Carnevale Offidano e questo potrebbe avvenire con la consegna delle chiavi della città proprio Giovedì Grasso. Infine, non è escluso che le chiavi vadano ad uno dei Gruppi mascherati Storici, tagliando fuori tutte le Congreghe, è successo qualche anno fa quando l’allora sindaco D’Angelo le consegnò se non erro ai Magnifici Sette. Non ho parlato ovviamente della mia Amatissima Congrega che, per scaramanzia e facendo gli scongiuri, manco la voglio “mentovare” quando si tratta della consegna delle chiavi di Giovedì Grasso. L’impressione è che comunque noi dobbiamo ancora un po’ pedalare! Ad ogni modo, comunque vada, qualsiasi decisione prenda il Sindaco, la notte tra mercoledì e Giovedì Grasso, sarà per lui la più lunga e sofferta del suo mandato. Una notte interminabile, piena di dubbi, di immagini oniriche, di prostrazione fisica e psicologica. Il suo tormento partorirà la tanto attesa decisione che, dopodomani a mezzogiorno regalerà la gloria e l’estasi ai Carnevalieri Offidani orgogliosi guardiani di una tradizione plurisecolare.

lunedì 4 febbraio 2013

I PARENTI SONO MEGLIO DEGLI AMICI....ALMENO PER LA GUAZZA

E così è passato l'ultimo week-end prima della settimana Santa di Carnevale, la fatidica Sei Giorni che consegnerà ai posteri l'edizione 2013 del Carnevale Storico Offidano. Un fine settimana, quello appena passato, ricco di appuntamenti che hanno segnato un impegnativo itinerario alcolico per gli amici della Guazza. Molto bello e commovente il ricordo che la Congrega del Ciorpento ha voluto tributare sabato scorso al Serenissimo Marco Mercolini Tinelli, "moderno" inventore del Carnevale Storico Offidano, uomo di ampia e profonda cultura il Serenissimo rappresenta per tutti noi appassionati e folli Carnevalieri, il Padre Spirituale. Debbo ammettere che per molti aspetti nella costruzione della nostra piccola e giovanissima Congrega, ci siamo ispirati al Ciorpento, in particolare nella nell'attenzione simbologia, nella ritualità delle uscite, nella solennità dei momenti più importanti. Da giovanissimo simpatizzante e fiancheggiatore ho avuto la fortuna di vivere, con molti amici oggi nella Guazza e proprio a Palazzo Mercolini, la vera essenza del Carnevale Offidano, il senso profondo della Congrega, come forza aggregante di valenza certo sociale, come vera e propria istituzione a guardia del folklore che caratterizza il nostro Carnevale. E così tra vecchie immagini, filmati tremolanti, pompose letture dei sonetti e degl aneddoti del Serenissimo, il pomeriggio, tra i numerosissimi Carnevalieri presenti in Vinea è trascorso lieto, ma non senza un velo di malinconia a ricordarci il Carnevale stesso ed i suoi eccessi la inevitabile caducità della vita. E comunque, addentanti un paio di panini con la porchetta e bevuti 3 o 4 bicchieri di vino, riportato il gonfalone della Guazza alla Tana del Lupo, ci siamo diretti verso Piazza, dove sotto le logge, la P'tona, offriva un ricchissimo aperitivo per festeggiare il loro primo decennale. Il rischio della purga, specie dopo l'affronto della Domenica degli Amici, quando la Guazza ha intonato ai rivali un coretto di scierno, era molto alto, tuttavia ci siamo ben guardati di mangiare o bere ciò che ci veniva offerto direttamente, preferendo attingere direttamente dai vassoi in cui tutti prendevano e bere vino da bottiglie stappate sotto i nostri occhi. Al di là di tutto, la tavola imbandita ed apparecchiata dalla P'tona era molto ricca ed abbondante, fiumi di vino (il terribile Lucifero de M'rell) hanno fatto bene il loro dovere se è vero che intronati e schiantati siamo ritornati alla chetichella e con vergogna alle nove a casa direttamente a dormire. Un augurio sincero, alla P'tona, di festeggiare altre decine e decine di decenni, consapevoli del fatto pero' che la Guazza incalza, e seppur più giovane di due anni resterà sempre lì ad alitare sul collo della tacchinella "spocciata" di Borgo Miriam. Nella giornata di Domenica (ieri), quella dei Parenti, la Congrega si è radunata presso la Tana del Lupo alle ore 17 e, dopo essersi scolata qualche bicchierino di vino, in pompa magna è entrata in una Piazza del Popolo deserta, la tappa è stata da Fià Fià, poi da Spazio Vino, per una merendina leggera leggera, a base di salami, prosciutto, panzetta ed arrosticini di Castrato. Grandi sbicchierate e grandi suonate, sembra che quando la Congrega è in intimità chiusa in se stessa, vi si generi in essa una spirale d'entusiasmo bacchico che si avvita in una sorta di rito sciamanico, inebriando i Congreganti. E' in quel momento che la Congrega diventa una entità unica e monolitica che prescinde le singole individualità. E' un gigante che, in tutta la sua maestosa solennità percorre le vie strette ed umide della città, facendo rimbombare i suoi passi in musica, in sottopassi oscuri in vicoli rigati da pisciate ancora fumanti. E' nell'applauso degli anziani della casa di riposo, per fortuna sordi e storditi dalla senilità, e nel sorriso di un bambino ancora incapace di discernere il melodioso equilibrio della musica, che la Congrega rafforza il suo spirito, si protrae verso l'eternità dello spazio e del tempo.