sabato 15 febbraio 2020

AUGURI DOTTORE, GONFALONIERE DELLA CONGREGA DELLA GUAZZA




Uno dei più importanti e rappresentativi personaggi della Congrega, il Dottore. Fiero e nobile Gonfaloniere della pantagruelica Congrega della Guazza.
Compie domani 52 anni, il decano del nostro sodalizio, sempre presente e fieramente attaccato allo stendardo della congrega che erge davanti al codazzo del “cottolengo” Congregale con sguardo marziale e penetrante.
Nasce e vive a Santa Maria Goretti, dove  è amato e benvoluto da tutti. Di altezza media, smilzo fino al rachitismo è invero un mangiatore seriale, un divoratore di primi piatti, in particolare tortellini conditi nei modi più disparati. Orecchie a sventola, bocca larga con  una canassa di 124 denti e un naso da competizione molto grande e importante. Le sue mani sono grandi e le dita tozze, una stretta che è capace di piegare il ferro come se fosse cartone,  si favoleggia che in mezzo alle sue gambe si nasconda qualcosa di abnorme.
La sua voce nasale ed afona è di poche parole, mentre le sue risate sono simili allo scoppio di avviamento delle vecchie 500 quando si tirava l’aria e si premeva a tutta sull’accelleratore.  Di succosi aneddoti, sulle mille avventure vissute insieme già molti anni prima dell’avventura congregale se ne potrebbero raccontare tante.
Ricordo che fu il primo a prendere la licenza di guida e che appunto aveva una vecchia 500 rossa, il primo giorno di patente discendendo dalla sinuosa strada che da  San Savino porta alla Val Tesino, preso dall’euforia della novità ad un certo punto  il Dottore inizio’ a scuotere lo sterzo, esso si staccò dal cruscotto e rimase tra le sue nodose mani mentre la piccola 500 a folle velocità, con me e altre tre persone dentro rischiava  precipitar per calanchi. Avvenne un miracolo, con prontezza di riflessi il Doc riusci’ a frenare prima del baratro ed oggi ve la sto raccontando.
La 500 fu la prima macchina che ci permetteva  gustosi divertimenti nei noiosi pomeriggi invernali quando, le coppiette della zona venivano “di là del fiume” a consumare i  loro focosi amplessi. Noi con la macchinetta del Dottore sfacciatamente ci mettevamo di fronte alle macchine dai vetri appannati e illuminavamo l’abitacolo con i fari abbaglianti suonando i clacson come se l’Italia avesse vinto i mondiali.  Culi bianchi e piselli in agitazione e donne che nel panico e frettolosamente coprivano le loro nudità, seguiva il più delle volte un inseguimento stile “Hazard” per le campagne Offidane dove la piccola 500  faceva paurosi salti nei dossi dei fossi tributari del Tesino.
Una Vigilia di Natale di molti anni fa, passammo la nottata a giocare a bestia dal “Tatanitt”  in circa due ore il Dottore tracannò un’intera bottiglia di Caffè Sport, una toppa colossale e ricordativa che però non lo fece dormire per diversi giorni.

Si usciva poi la sera, in discoteca, al pub Blue Bird allora una specie di nostro ritrovo, come il Bar Cesare al centro storico dove, in una sera estiva era un mercatino in tre persone bevemmo 27 bottiglie di Tuborg da 66 Cl un record che credo risulti ancora imbattuto.
Poi venne la Congrega, questa avventura di amicizia e di amore fraterno che ci ha uniti ancora di più e che ha compattato un gruppo di amici che con entusiasmo vivono non solo Carnevale, ma tutto il resto dell’anno un percorso comune di goliardica comunione e di profonda complicità e affetto. Un per tutti e tutti per uno, sempre avanti finche’ avremo le forze.
Non ci furono dubbi a chi assegnare lo stendardo  della Congrega 15 anni fa, fu unanimemente proposto a lui di  portarlo e di condurre la testa della Congrega, non poteva essere altrimenti. Afferrò con le sue mani forti come una morsa quel  Gonfalone  e non lo lascio’  più.  Auguri Caro Dottore per il tuo genetliaco. Auguri a te,  grande e riconosciuto Carnevaliere,  la tua Congrega e i tuoi Amici, sono orgogliosi di te.