Uno dei più importanti e rappresentativi personaggi della
Congrega, il Dottore. Fiero e nobile Gonfaloniere della pantagruelica Congrega
della Guazza.
Compie domani 52 anni, il decano del nostro sodalizio,
sempre presente e fieramente attaccato allo stendardo della congrega che erge
davanti al codazzo del “cottolengo” Congregale con sguardo marziale e
penetrante.
Nasce e vive a Santa Maria Goretti, dove è amato e benvoluto da tutti. Di altezza
media, smilzo fino al rachitismo è invero un mangiatore seriale, un divoratore
di primi piatti, in particolare tortellini conditi nei modi più disparati.
Orecchie a sventola, bocca larga con una
canassa di 124 denti e un naso da competizione molto grande e importante. Le
sue mani sono grandi e le dita tozze, una stretta che è capace di piegare il
ferro come se fosse cartone, si
favoleggia che in mezzo alle sue gambe si nasconda qualcosa di abnorme.
La sua voce nasale ed afona è di poche parole, mentre le sue
risate sono simili allo scoppio di avviamento delle vecchie 500 quando si
tirava l’aria e si premeva a tutta sull’accelleratore. Di succosi aneddoti, sulle mille avventure
vissute insieme già molti anni prima dell’avventura congregale se ne potrebbero
raccontare tante.
Ricordo che fu il primo a prendere la licenza di guida e che
appunto aveva una vecchia 500 rossa, il primo giorno di patente discendendo dalla
sinuosa strada che da San Savino porta
alla Val Tesino, preso dall’euforia della novità ad un certo punto il Dottore inizio’ a scuotere lo sterzo, esso
si staccò dal cruscotto e rimase tra le sue nodose mani mentre la piccola 500 a
folle velocità, con me e altre tre persone dentro rischiava precipitar per calanchi. Avvenne un miracolo,
con prontezza di riflessi il Doc riusci’ a frenare prima del baratro ed oggi ve
la sto raccontando.
La 500 fu la prima macchina che ci permetteva gustosi divertimenti nei noiosi pomeriggi
invernali quando, le coppiette della zona venivano “di là del fiume” a
consumare i loro focosi amplessi. Noi
con la macchinetta del Dottore sfacciatamente ci mettevamo di fronte alle
macchine dai vetri appannati e illuminavamo l’abitacolo con i fari abbaglianti
suonando i clacson come se l’Italia avesse vinto i mondiali. Culi bianchi e piselli in agitazione e donne
che nel panico e frettolosamente coprivano le loro nudità, seguiva il più delle
volte un inseguimento stile “Hazard” per le campagne Offidane dove la piccola
500 faceva paurosi salti nei dossi dei
fossi tributari del Tesino.
Una Vigilia di Natale di molti anni fa, passammo la nottata
a giocare a bestia dal “Tatanitt” in
circa due ore il Dottore tracannò un’intera bottiglia di Caffè Sport, una toppa
colossale e ricordativa che però non lo fece dormire per diversi giorni.
Si usciva poi la sera, in discoteca, al pub Blue Bird allora
una specie di nostro ritrovo, come il Bar Cesare al centro storico dove, in una
sera estiva era un mercatino in tre persone bevemmo 27 bottiglie di Tuborg da
66 Cl un record che credo risulti ancora imbattuto.
Poi venne la Congrega, questa avventura di amicizia e di
amore fraterno che ci ha uniti ancora di più e che ha compattato un gruppo di
amici che con entusiasmo vivono non solo Carnevale, ma tutto il resto dell’anno
un percorso comune di goliardica comunione e di profonda complicità e affetto.
Un per tutti e tutti per uno, sempre avanti finche’ avremo le forze.
Non ci furono dubbi a chi assegnare lo stendardo della Congrega 15 anni fa, fu unanimemente
proposto a lui di portarlo e di condurre
la testa della Congrega, non poteva essere altrimenti. Afferrò con le sue mani
forti come una morsa quel Gonfalone e non lo lascio’ più. Auguri
Caro Dottore per il tuo genetliaco. Auguri a te, grande e riconosciuto Carnevaliere, la tua Congrega e i tuoi Amici, sono
orgogliosi di te.
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