giovedì 5 febbraio 2015




LA PARABOLA DELLA MAZZOCCA

 

Dovrei parlarvi in questo post, della magnifica domenica degli Amici che è appena trascorsa e che segna la Decima Epopea, dovrei  dirvi  del commovente silenzio suonato da Simone Oddi per il nostro amico Marcello. Dovrei scrivere del luculliano pranzo alla casa del Popolo presentato dal nostro Chef, o della grandiosa organizzazione messa in campo dal nostro Capitano, invece, ed è raro per la stessa Epopea vi parlerò anche stavolta di un nostro Congregante, che merita dopo quello che ho osservato ieri, una severa e perculatrice satira. Era ora che si parlava di un percussionista (definizione esagerata) della Congrega, è giunto il momento di sciogliere la lingua e dare fiato alle trombe! (noi siamo gli ottoni).

La grancassa è lo strumento piu' semplice ed immediato da suonare, un infante di pochi mesi a cui si da uno scatolone ed un bastoncino, riesce per istinto primordiale che accomuna l'uomo allo scimpazè e agli altri primati, ad andare "a tempo" con un motivetto musicale; il ritmo è un senso innato dell'uomo indi per cui possiamo definire la grancassa  tra tutti gli elementi che compongono una banda musicale quello di piu' rapida comprensione. Tuttavia è uno strumento importantissimo, segnando il tempo scandisce il ritmo ed esalta la melodia, di norma in una banda musicale viene percossa una sola grancassa.

Al  nostro Sabbiò,  un ragazzaccio un metro e novanta alto, naso  e orecchie a punta, leggermente a sventola e con capelli mori e attaccatura  molto bassa sulla fronte, fu proposto dieci anni fa, dal sottoscritto e dagli altri due fondatori della Congrega (Seraccia e Daniele)  di suonare la grancassa e di aiutarci a fare le prime prove con l'Inno dei Tirolesi, fu comprata dallo stesso Daniele  per l'occasione una pessima grancassa da Mondo Musica che tuttora rappresenta quella ufficiale della Congrega. Sabbio fece spallucce ed è inutile dire che non si presentò mai a queste prime scalcinate prove, aveva troppo da fare.

Così, più per necessità, ripiegammo su un altro personaggio del Bar Ciotti, Marcello de Mosce, che una sera mentre giocava al videogioco gli fu proposto di diventare grancassista e con grande entusiasmo ci salvò letteralmente il culo mettendosi subito a disposizione.  Ma ecco che Sabbio', sentendosi  scippato dal suo ruolo (che in realtà non aveva ancora esercitato), andò su tutte le furie rivendicando la sua grancassa. E gli ci prese quasi un esaurimento, con incubi notturni ricorrenti in cui uno sghignazzante e malefico Marcello gli suonava la grancassa sotto il naso.

Con la ragionevolezza propria del buon Marcello ed il bene placido di tutta la Congrega, la grancassa venne consegnata a Sabbio' (un disastro) mentre quello che era il grancassista si riciclò, dimostrando un notevole talento, in trombettista. Da quel momento Sabbio' impersonificò la figura del grancassista, anzi del grancazzista della Guazza.  Una percussione possente, , uno strumento  da macho che sicuramente non è anonimo, che si vede e soprattutto si sente, uno strumento adatto ad un fabbro.

A rappresentare questa primordiale virilità è in particolare la "la mazzocca", un vero e proprio prolungamento del pene, che impugnato come una mazza, appunto da fabbro, diventa la quintessenza del fracasso e rimbomba da anni aritmicamente sulla grancassa, a volte con una frenetica velocità che sfiata gli ottoni, spesso incapace di dare un tempo che sia diverso dai soliti quattro quarti (vedi Cielito Lindo).

La mazzocca non abbandona mai Sabbio' , la custodisce gelosamente in mano, o in alternativa se la infila dietro a pantaloni, nessuno puo' prendergli il suo scettro di potere, ne è passionalmente geloso. Le pochissime volte che, per distrazione, o per il troppo alcool in circolo, abbandona la mazzocca,  ci si diverte a nasconderla e questo lo fa imbestialire. Va in ansia, e diventa pericoloso, a Sant'Antonio prese per andarsene e per rabbia inizio' violentemente a scalciare la grancassa ferendo anche qualche Congregante.

Capite la faccia che  puo' avere quando qualche ubriaco, come a volte  succede per le viuzze di Offida gli chiede di dare due colpi alla gran cassa. Potete immaginare lo sguardo con cui fulmina il molesto ed avvinazzato spettatore, a cui per educazione non puo' dire di no e a cui deve concedere per qualche secondo la sua amata mazzocca.

Ora c'è da precisare che la grancassa deve necessariamente suonare, cioè su tre o 4 trombe, se una non suona, non si sente, stesso discorso vale per bombardini e tromboni, ma una grancassa no, deve essere sempre pronta (anche se fa schifo) a  dare il ritmo. Questo qualche volta non succede con Sabbio' ma piu' che altro perche' rimane indietro a pavoneggiarsi con qualcuno della sua mazzocca.

Ieri, domenica degli Amici, mentre suonavamo da dieci minuti  davanti a Fià Fià senza il supporto della grancassa,  girandomi per vedere se da lontano si vedeva Sabbiò notai invece che era proprio dietro di me, ma invece che percuotere la sua mazzocca era letteralmente in bambola, estasiato da una doppia celeste visione femminile, una bionda ed una mora. Gli occhi trasognati la grancassa al collo le mani vuote. La mazzocca era in mano ad una delle due ragazza che l'accarezzavano. Furibondo per la negligenza di Sabbiò, rabbioso tolgo la mazzocca dalle mani delle ragazze, che rimangono pure basite, e ferocemente inizio a percuotere la grancassa (mi ci so ciaccato un dito), sperando che Sabbiò potesse rinsanvire.

Le ragazze, spritate dalla mia feroce reazione tosto si sono allontanate tra la folla verso piazza, seguite dallo sguardo innamorato di Sabbio'. Io a continuare violentemente a picchiare la grancassa con la mazzocca e Sabbio' incurante, felice, di essersi rifatto una nuova mazzocca……in mezzo alle gambe.

 

 
 

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