Se ne è andato già mezzo Carnevale ed attendiamo
febbrilmente l'entrata dei terribili Sei
Giorni. Le fase preparatoria dell'Undicesima Epopea "Crassa" del
nostro sodalizio è stata impegnativa e ci ha visto alquanto appesantiti già in
vista della grande apertura di Sant'Antonio.
Domenica 17 Gennaio, dopo aver partecipato al preludio del Carnevale Storico 2016 organizzato dalle Rondinelle la sera prima in Vinea dove
festeggiavano i loro primi dieci anni, i Congregati si sono ritrovati presso la
centralissima Tana del Lupo alle ore 12.00 con famelico appetito. Per l'occasione era stato predisposto un
classicissimo menu' a base di stoccafisso in salsa e in umido con le patate,
circa 8 Kg per 14 persone.
L'inizio, invero sempre scoppiettante è stato pero'
funestato dalla immatura goliardia dei congreganti che, come è oramai notorio, si
danno in questo primo giorno di Carnevale alla dissolutezza piu' becera,
assecondando i più bestiali istinti, con irriverenza verso il prossimo, e assenza assoluta di quello spirito di
conservazione darwiniano che dovrebbe istintivamente far parte dei comportamenti e delle azioni di
qualsiasi mammifero (quadrupede o bipede) che vive sul pianeta Terra.
Una ferocia inaudita che ha scandito il nuovo puerile gioco
dell'"imbutata", dove la sciocca vittima prescelta viene astutamente
circuita con scusa ridicola o presa di forza in un agguato "alcoolico
" che lo porta in pochi minuti ad
una toppa "mortalis". Una "parure" di 4 imbuti verdi di
grandezza variabile, il piu' grande per il vino e la birra, i mezzani per vini
strutturati, vino cotto o alcolici sotto i 20°, il piu' piccolo per i
superalcolici tra cui la fa da padrone un "traumaturgico" mistrà.
A farne le spese l'incauto congregante che, incurante del
pericolo continua a bere al di fuori dell'"imbutata" o che ama, in questa prima giornata di Carnevale, mettersi in mostra e pavoneggiarsi di quanto
mangia e beve e di quanto vino sia capace di reggere. Errore gravissimo, attira
il derelitto su di se le attenzioni dei suoi compagni che, tra
torbidi raggiri o vere e proprie aggressioni fisiche lo inducono forzatamente a
bere. Si consumano così scene pietose,
violente, le cui immagini ricordano in alcuni frangenti la schockante cattura del colonnello Gheddafi in Libia alcuni anni
fa. A volte il malcapitato che con
pervicace ostinatezza e che con calci e
pugni cerca di sottrarsi al giudizio dell'"imbuto", viene letteralmente " incappiato" e
disteso come un suino allo scanno sopra un tavolino e lì immobilizzato negli
arti e sul tronco da decine di possenti braccia con il naso tappato da una molletta,
viene imbutato ferocemente. La scelta è quel punto è soffocare o bere,
non vi sono altre alternative.
Il gioco di solito si attenua con il primo
"caduto" della giornata che nella fattispecie è stato Sabbio' il
quale gagliardamente si è sottoposto a piu' imbutate (cinque) continuando
frattanto a bere vino a parte e a proporre ripetuti brindisi alle percussioni . Il May day era stato chiamato alle ore 16.38
da Zipi che aveva rilevato nella baldoria collettiva l'assenza da piu' di
mezzora del povero Congregante. Raggiunto telefonicamente, si è presentato dopo
qualche minuto alla Tana del Lupo con un pallore mortale, gli occhi rossi e
lucidi cerchiati da profonde occhiaie , una faccia devastata dagli spasmi che
il poveretto aveva avuto qualche minuto prima chissà in quale sperduta via del
centro.
Diceva, con voce tremante: "Stto apposto, mo so fatt, mo steng bbè….mo r'chmencem!" Ma complice
anche la giornata siderale, dopo qualche minuto esattamente alle 17.06 Zipi ha
lanciato il secondo May day, ma oramai al telefono rispondeva la voce metallica
della registrazione dell'operatrice "Tim…..". Sabbiò era
definitivamente irraggiungibile e lo sarebbe stato nei successivi tre giorni.
Caduto eroicamente prima vittima del Carnevale 2016 aveva lasciato incustodita
anche la sua grancassa a Wolfshanze ; mai successo in undici anni di Congrega.
Si è saputo qualche giorno dopo che, mentre Sabbiò tirava fuori tutto quel l'alcol dal suo
stomaco, con la testa puntata contro qualche grondaia di rame, una vecchietta si sia affacciata alle persiane di casa e con scherno gli si sia rivolta in
questo modo: "Oh Giov'n! T' piac
Carn'val!?"
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