lunedì 1 febbraio 2016

"Oh Giov'n! T' piac Carn'val!?"


Se ne è andato già mezzo Carnevale ed attendiamo febbrilmente l'entrata dei  terribili Sei Giorni. Le fase preparatoria dell'Undicesima Epopea "Crassa" del nostro sodalizio è stata impegnativa e ci ha visto alquanto appesantiti già in vista della grande apertura di Sant'Antonio.

Domenica 17 Gennaio, dopo aver partecipato al  preludio del Carnevale Storico 2016 organizzato  dalle Rondinelle la sera prima in Vinea dove festeggiavano i loro primi dieci anni, i Congregati si sono ritrovati presso la centralissima Tana del Lupo alle ore 12.00 con famelico appetito.  Per l'occasione era stato predisposto un classicissimo menu' a base di stoccafisso in salsa e in umido con le patate, circa 8 Kg per 14 persone.

L'inizio, invero sempre scoppiettante è stato pero' funestato dalla immatura goliardia dei congreganti che, come è oramai notorio, si danno in questo primo giorno di Carnevale alla dissolutezza piu' becera, assecondando i più bestiali istinti, con irriverenza verso il prossimo,  e assenza assoluta di quello spirito di conservazione darwiniano che dovrebbe istintivamente  far parte dei comportamenti e delle azioni di qualsiasi mammifero (quadrupede o bipede) che vive sul pianeta Terra.

Una ferocia inaudita che ha scandito il nuovo puerile gioco dell'"imbutata", dove la sciocca vittima prescelta viene astutamente circuita con scusa ridicola o presa di forza in un agguato "alcoolico "  che lo porta in pochi minuti ad una toppa "mortalis". Una "parure" di 4 imbuti verdi di grandezza variabile, il piu' grande per il vino e la birra, i mezzani per vini strutturati, vino cotto o alcolici sotto i 20°, il piu' piccolo per i superalcolici tra cui la fa da padrone un "traumaturgico" mistrà.

A farne le spese  l'incauto congregante che, incurante del pericolo continua a bere al di fuori dell'"imbutata" o che  ama, in questa prima giornata di Carnevale,  mettersi in mostra e pavoneggiarsi di quanto mangia e beve e di quanto vino sia capace di reggere. Errore gravissimo, attira il derelitto su di se   le attenzioni dei suoi compagni che, tra torbidi raggiri o vere e proprie aggressioni fisiche lo inducono forzatamente a bere. Si consumano così  scene pietose, violente, le cui immagini ricordano in alcuni frangenti la schockante cattura  del colonnello Gheddafi in Libia alcuni anni fa.  A volte il malcapitato che con pervicace ostinatezza e che  con calci e pugni cerca di sottrarsi al giudizio dell'"imbuto", viene  letteralmente " incappiato" e disteso come un suino allo scanno sopra un tavolino e lì immobilizzato negli arti e sul tronco da decine di possenti braccia con il naso tappato da  una molletta,  viene imbutato ferocemente. La scelta è quel punto è soffocare o bere, non vi sono altre alternative.
 

Il gioco di solito si attenua con il primo "caduto" della giornata che nella fattispecie è stato Sabbio' il quale gagliardamente si è sottoposto a piu' imbutate (cinque) continuando frattanto a bere vino a parte e a proporre ripetuti  brindisi alle percussioni .  Il May day era stato chiamato alle ore 16.38 da Zipi che aveva rilevato nella baldoria collettiva l'assenza da piu' di mezzora del povero Congregante. Raggiunto telefonicamente, si è presentato dopo qualche minuto alla Tana del Lupo con un pallore mortale, gli occhi rossi e lucidi cerchiati da profonde occhiaie , una faccia devastata dagli spasmi che il poveretto aveva avuto qualche minuto prima chissà in quale sperduta via del centro.  

Diceva, con voce tremante: "Stto apposto, mo so fatt,  mo steng bbè….mo r'chmencem!" Ma complice anche la giornata siderale, dopo qualche minuto esattamente alle 17.06 Zipi ha lanciato il secondo May day, ma oramai al telefono rispondeva la voce metallica della registrazione dell'operatrice "Tim…..". Sabbiò era definitivamente irraggiungibile e lo sarebbe stato nei successivi tre giorni. Caduto eroicamente prima vittima del Carnevale 2016 aveva lasciato incustodita anche la sua grancassa a Wolfshanze ; mai successo in undici anni di Congrega.

 

Si è saputo qualche giorno dopo che,  mentre Sabbiò  tirava fuori tutto quel l'alcol dal suo stomaco, con la testa puntata contro qualche grondaia di rame, una vecchietta  si sia affacciata alle persiane  di casa e con scherno gli si sia rivolta in questo modo: "Oh  Giov'n! T' piac Carn'val!?"

Nessun commento:

Posta un commento