La Guazza in trasferta è sempre ben voluta, in ogni dove
porta allegria, convivialità e
spensieratezza. Una gioia che pervade tanta gente che ci conosce, un
clima in cui nascono spesso profonde amicizie, rapporti di stima che durano anni, che
superano tragedie epocali, come gli eventi sismici dello scorso agosto quando
il ristorante di Amatrice Barcollo, del
nostro amico Enrico fu raso al suolo.
Storie di amicizia e solidarietà; se il nostro amico Enrico
si è rialzato e si è rifatto una vita a Limone di Piemonte è anche perche’ la
Congrega , con discrezione e calore umano gli è stata vicino. Non è un caso che
il caro Enrico ci voglia la primavera prossima nel suo alberghetto alpino come
ospiti per un lungo week end.
Non sempre però la gente approva e capisce il nostro
spirito, non sempre si è capaci umanamente di essere coinvolti in questo
turbinio di allegri sentimenti, prevale,
a volte, l’indolente spocchiosità e la volgare prepotenza dell’arrogante
fascista capace con atteggiamenti tipici dello squadrista di far degenerare una giornata bella come
quella di San Martino in una volgarissima rissa.
Ma veniamo alla cronaca della giornata
I NUMERI
Una trasferta di grandi aspettative, molti nostri compaesani
aspettavano le nostre “pacconate” enogastronomiche ed ecco i numeri a partire dalla ricca colazione, lo “sd’ju” a
base di uova e salsicce:
-
6 litri di birra a colazione;
-
N. 3 bottiglie di prosecco al bar ciotti
-
N. 3 Bottiglie di prosecco al bar rutilio;
-
N. 3
bottiglie di passerina (Centanni) a Ponte Maglio;
-
N. 3 bottiglie di passerina (Centanni) a
Comunanza
-
N. 15 bottiglie di birra 0,66 cl durante la
passatella nel bus;
-
N. 3 Bottiglie di baccus;
-
N.12 bottiglie di birra 0,66 cl durante il
pranzo
-
N. 1 lt vino bianco sfuso durante il pranzo;
-
N. 4 lt
vino rosso sfuso durante il pranzo;
-
Bicchierini e amari vari;
IL VIAGGIO
Il viaggio è durato circa un paio
d’ore con diverse tappe e vari aperitivi, l’accoglienza è stata
dappertutto calorosa, a Rotella, a Ponte
Maglio ove gli affamati Congregati si sono rifocillati con una gagliardissima
coppa di maiale all’uopo apparecchiata per dare il benvenuto alla Congrega.
Ultima tappa nella città di Comunanza
ove la Congrega ha sfilato allegramente
per le vie e le è stato offerto
da bere dell’ospitale popolo comunanzese. Il Senellissimo ha pure firmato un
paio di contratti per alcune manifestazioni che si terranno nei dintorni.
Applausi scrocianti, bimbi allegri, anziani che battevano le mani, il tiepido
sole dell’ estate di San Martino a scaldare i cuori dei Congregati per una
giornata che si preannunciava memorabile.
IL DRAMMA DELL’AGGRESSIONE
La Congrega, con tutto il codazzo
di mogli, figli e fidanzate arriva al ristorante dove si sistema in una veranda
chiusa a vetrata che da su un bellissimo panorama montano dipinto dai caldi
colori autunnali. Non siamo soli in stanza c’è un’altra comitiva con mogli e
bimbi a seguito, porteremo un po di allegria anche a loro, pensiamo subito e
cosi’, dopo aver mangiato gli antipasti caldi e aver sbevazzato alcuni
bicchieri di vino, ci si alza per fare una prima canzonetta.
Subito dopo le prime note ,
dal tavolo a fianco, una donna si alza e
inizia a sbracciare vistosamente, mostrando fastidio e aperto disprezzo nei
nostri confronti. Avevamo chiesto al ristoratore se potevamo suonare prima di prenotare, lo
facciamo sempre per evitare spiacevoli equivoci e la situazione che si stava
creando sembrava surreale.
Come succede in questi casi
tentiamo di finire il brano, non si interrompe mai a metà, si finisce e poi con pacatezza ed educazione
si discute e si trova una soluzione condivisa,
si tenga presente che era il primo brano e che quindi la soglia di
intolleranza doveva di norma essere bassa. Ad un certo punto i gesti plateali
della donna si fanno espliciti e le urla iniziano a sovrastare lo squillo degli
ottoni. Si avvicina sbraitando, aggredisce Andrea Maroni, tenta piu’ volte di togliergli le bacchette
del rullante dalle mani, siamo alla fine
costretti a fermarci, basiti, non era mai successo in 15 anni una cosa
del genere, mai tanta arroganza e supponenza, mai tanta violenza nei nostri
confronti. Mentre la signora continuava ad apostrofarci, propongo di
pagare il conto per quello consumato fino
a quel momento e di andarcene. Il Senellissimo cerca con educata signorilità di
calmare la signora che ancora con
inaudita violenza verbale farneticava cose senza senso e minacciava tutti i
congregati che insieme alle famiglie stavano rivestendosi per uscire dal
ristorante, ma in un attimo si consuma il dramma.
Un barattolone sui 50 anni,
stempiato in fronte ma dalla fluente chioma
castana dietro le spalle si fa avanti. Un ossatura larga e un assetto
craniofacciale tipico del guerriero
sannitico, una voce cupa che emetteva
lemmi incomprensibili, probabilmente di un dialetto antico di chiara
derivazione sabellica.
Una mano che si chiude come una
morsa sul collo del Senellissimo e subito il panico tra le due comitive, donne
che urlano, camerieri che scappano, un fuggi fuggi generale ; mamme con in
grembo bimbi piangenti scossi da tanta ingiustificata violenza.
Il Senelissimo intanto, come Fantozzi quando ingurgita il tordo alla villa
della Contessa Serbelloni Mazzanti,
diventa cianotico e il suo viso cambia colore piu’ volte fino ad arrivare ad un
viola funebre. Tentiamo con tutte le forze in quattro cinque persone di staccare quella mano callosa e ossuta irta
di peli dal collo del Senellissimo,
nella foga i due cadono da un fianco per terra. Alla fine, a limite dell’asfissia, il bruto
lascia la presa e i due vengono divisi. Ricordero’ per sempre, quella terribile
voce, quelle parole incomprensibili che suonavano di minaccia e che ancora mi danno i brividi. Ritornata
l’apparente normalità mentre il barattolone veniva allontanato dalla presunta
compagna che avevia iniziato quella penosa sceneggiata, l’altro gruppo decide
di sportarsi al piano superiore per evitare di addivenire ancora in contatto.
La scena piu’ brutta? Gli inconsolabili pianti dei bimbi, spettatori di tanta
inaudita ferocia.
IL FURTO
Ma le brutte sorprese non finivano lì. Tornati alla
normalità si cerca di dimenticare l’accaduto, dopo gli antipasti (per la verità
non molto abbondanti) arriva un primo (una tagliatella un po insipida) e poi
una grigliata (molto buona) ma esigua nelle quantità.
La randellata tra capo e collo arriva con il conto, 35 Euro
a testa, comunicatoci dal cameriere con
un passamontagna che si era calato sul volto e una pistola puntata contro. Cerchiamo di far man bassa di superalcolici e
di recuperare i 10 euro di palese sovrapprezzo con bicchierini di lemoncino e
mistrà. La notte cupa intanto aveva avvolto il ristorante, mentre un vento rabbioso scuoteva le foglie e faceva scintillare un “focarone” ove
venivano abbrustite alcune misere castagne.
Mestamente si rientra sul bus, con il Senellissimo che aveva i segni evidenti sul collo dovuti all’aggressione
e i portafogli vuoti. Da lontano il titolare che si fregava le mani e rideva
contando avidamente le banconote da 10 e 20 Euro. Si riparte finalmente, abbandoniamo quel luogo che ci aveva
incantato con il suo paesaggio e che
ora sembrava così sperduto pieno di
insidie e pericoli e gli occhi si riempirono di lacrime quando si rientra nella
civile e industriosa Santa Maria Goretti, la calda atmosfera del Bar Ciotti che
addolcisce il cuore e che sa tanto di focolare domestico.
LE DICHIARAZIONI
S. CIOTTI: “…..E poi ci
lamentiamo degli stranieri. Ce la prendiamo con gli Albanesi, i Romeni, gli
Zingari, i Negri……è una vergogna vedere Italiani che hanno un simile
comportamento. Fascisti e squadristi. C’è da vergognarsi ad essere così
cafoni.”
R. SENESI: “ ……è stata una scena
terrificante, ho temuto per il
Senellissimo. Mai dimentichero’
l’espressione di odio di quell’energumeno, la fissità dello sguardo tipica del
folle, la sua voce cupa, la sua lingua
arcana. Quella mano che non si staccava dal collo, nemmeno quando gli ho
conficcato una forchetta sul braccio. E’ stato terribile…..”
MELLY: “Penso che con Mister
Capuano la sambendettese possa ambire veramente a posizioni di alta classifica
e giocarsi il campionato fino alla fine…..”
DAVID CRUCIANI: “La colpa è di
quella P.. Se quella P., fosse stata al suo posto non si sarebbe giunti a
tanto. Come si fa a stare con una P. del
genere. La cosa è degenerata quando la P. ha iniziato a sbraitare, poi e’
arrivato l’energumeno a difendere la P., ma tutto è iniziato per colpa di lei,
per colpa della P. tutte le donne sono P. e quando accadono ste cose è sempre
per colpa delle P. delle femmine……
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